Divagare nella giusta direzione

L’auto tamarra esige un impianto stereo all’altezza e il mio, nonoStante la maggiore età, garantisce prestazioni di livello. Con un’adeguata regolazione dei bassi si rivela ottimo anche per sciogliere il catarro nei bronchi, liberando le vie respiratorie sfinite dai malanni di stagione. Essendo una persona raffinata, tendo a non abusare di questa funzione avanzata.

La reCente rottura del lettore CD ha concesso una tregua temporanea ad Annalisa, Rihanna e Ruggeri, che ho riposto nel cruscotto stremati ed afoni dopo una staffetta durata mesi. Allaccio la cintura e accendo l’autoradio: parte lo zapping compulsivo. L’indice si mUove come l’ago di un sismografo impazzito, percorrendo approssimativamente la distanza tra la Terra e la Luna nei 25 minuti necessari per raggiungere l’ufficio.

Alla radio chiedo compagnia divertente e momenti di leggerezza, perciò glisso i radiogiornali, dribblo i rosari e schivo i messaggi pubblicitari, soffermandomi solo sulle frequenze che traSmettono canzoni. Adocchiata la stazione, applico altri filtri, come in una partita a Indovina Chi: il sound è accattivante? No. Skip, skip, skip… il tormentone mi ha già saturato? Si. Skip, skip, skip… E così via. La ripetitività dei palinsesti fa il resto, e così in questo periodo incAppo spesso in due pezzi: All Night e Strade Sbagliate.

Il pezzo di Parov Stelar è una forza: un solo passaggio garantisce un paio d’ore di enerGia e buonumore. La canzone fracassa impazza sui social e negli spot in TV, e questo la renderà presto insopportabile, ma per ora la adoro. Appena la intercetto apro il vano portaoggetti lanciando cenni di intesa a Ruggeri: Senti? L’ostinato del pianofoRte è identico a quello di Contessa! E attacco: “Non puoi più pretendere di avé…”. Enrico però non appare turbato, così mi lascio coinvolgere dall’electro swing e prima di rendermene conto mi scateno in movimenti sincopati e shuffling da seduto.

La canzone finIsce un attimo prima della lussazione della spalla e il DJ introduce il nuovo pezzo di Grido e Chiara. Chi? Ascolto le voci e riconosco il fratello di J-Ax e la ragazza con il cordino sulla fronte. Le prime strofe me le perdo tra i sensi di colpa: passi ricondurre la Grispo alla treccina di cuoio, una scelta precisa per emergere dall’ultima sfornata di talent. È giovane, si farà. Ma il primo ha alle spalle una carriera dell’età stimata della seconda! I tempi sono maturi affinché le mie sinapsi lo liberino dall’ingombrante immagine del fratello.

Solo con il secondo ritornello afferro la filosofia Ehuè: scelte sbagliate – cuori infranti – notti in bianco – sono dove volevo. Bello! Con le cartilagini ancora doloranti, mi sbilancio nella mia interpretazione del testo: abbiamo tutti un percorso tracciato, con una meta e un certo numero di traguarDi intermedi, dal quale finiamo inevitabilmente per divagare. Usciamo dal seminato, compiamo degli errori. Ma se da questi sappiamo trarre esperienza, allora stiamo crescendo, e per quanto ci siamo allontanati dalla strada maestra, stiamo avanzando nella giusta direziOne. Sono dove volevo. Ah, no. È il parcheggio dell’ufficio.

Chiudere un occhio, vedere lontano

Chiudere un occhio, vedere lontano

Citazione All’inizio si ipotizzò che la mia maestra fosse un po’ svampita.
Metteva sempre BRAVISSIMA ai miei temi, eppure quando mia madre andava a leggerli, trovava un sacco di errori.
La prima volta pensò che la maestra fosse distratta.
La seconda pensò che magari non vedeva bene, visti gli occhiali che portava. La terza le telefonò per capire come mai non sottolineasse gli evidenti errori di grammatica che facevo nei miei temi.
E lei le rispose: “Signora, non lo faccia. Sua figlia quando scrive ha una grande fantasia, scrive di getto e con entusiasmo, se le facessimo notare gli errori potrebbe bloccarsi. Così invece si correggerà da sola man mano che studieremo la grammatica, senza perdere il piacere della scrittura.”
Quella maestra è diventata nel tempo una di famiglia, presente in ogni occasione speciale come una nonna saggia a cui dobbiamo tanto.
I suoi BRAVISSIMA mi hanno sproporzionatamente aiutata a non perdere il piacere della scrittura. Al punto che la scrittura è diventata la mia vita.
E io spero che questa storia possa servire a tanti adulti che hanno paura degli errori dei bambini.

Spingitori di lepidotteri

Domani piove. O c'è il sole.

Il coPione si ripete all’inizio di ogni anno, quando Brigitte Bardot soffre maggiormente i postumi del fischio alle orecchie. Sbaglio continuamente a datare contabili e documenti: “Duemilase-di-c… D’oh! Ci sono ricascato!” E il loop si ripete ogni due minuti. È difficile non cadere in errore quando dobbiamo andare contro abitudini ormai rAdicate, occorre pazientare per un tempo ragionevole. I complessi ingranaggi messi a punto dall’evoluzione sono già in movimento e appena saranno nella giusta posizione assimileremo i nuovi automatismi.

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