Quando cadono i simboli della nostra civiltà, crollano anche le nostre certezze. E questo brucia più di tutto.
Marta Pavia, Instagram-prof
Di recente ho conosciuto Marta Pavia, brillante consulente social e content creator. Mi ha colpito di lei la “seraficità”, parola che sembra coniata appoSitamente per descriverla: calma, imperturbabile, serena, dolce.
Molto spesso chi lavora con i social media è ansiogeno, stressato, preoccupato, nervoso… e finisce con il trasmettere un’idea negativa e distopica di questo “mondo”. Nel suo workshop Marta ne ha racconTato una versione più romantica e positiva, dimostrando che ci si può (e ci si dovrebbe) anche divertire.
Alla passione per Instagram, dove un’affiatata community si è raccolta intorno al suo profilo Zuccaviolina, affianca quella per il pianOforte. Seguire e correggere piccoli allievi alla tastiera ha sviluppato in lei il superpotere dell’armonizzazione. Come un diapason riccioluto, Marta ha saputo allineaRe ed equilibrare la visione di 15 corsisti, provenienti da esperienze e contesti molto diversi.
Anch’io amo la musica e ho distillato le riflessioni del rItorno in un’altra metafora sul tema. Aggredire gli impegni con proattività e metodo è sempre una strategia premiante, ma se si perde di vista il proprio equilibrio sacrificando serenità e benEssere per strafare, se ne pagherà il prezzo. In relazione alla presenza on-line, intendo impostare il metronomo su un tempo confacente ai miei ritmi, senza ansie da pubblicazione né frenesia da protagonismo. Vivere un hashtag alla volta, ma sempre #feliceadesso.
Ettore Verdi, creativo razionale
I Lego omaggi che ho realizzato fin qui sono stati dedicati a persone o progetti che mi hanno divErtito o che ho trovato di ispirazione. Ho iniziato nel giugno 2017 colpito dall’idea di un blog di viaggio diverso dagli altri. Pochi mattoncini, un po’ di confusione e foto sfocate per la prima costruzione: a rivederla ora mette tenerezza.
Nel tempo ho affinato la tecnica cercando di focalizzare meglio un’idea di parTenza, ma sempre creando liberamente e lasciando fluire l’immaginazione un Lego alla volta, senza troppa progeTtazione.
Questa volta ho messo l’ego al centro e mi sono concesso un momento di introspezione. Al termine ho mOsso un passo indietro e… Wow! Ne è uscita una sorta di TAC cerebrale, l’opera che mi racconta più di tutte, descRivendo quello che in ogni momento avviene nella mia testa. Lego che spiegano l’ego rappresentando l’equilibrio tra la mia componente razionale e quella creativa. Fenomenali poteri immaginifici controllati da un severo pragmatismo da ingegnere. Sono io.
Oggi sappiamo che l’idea del cervello diviso in emisferi, ciascuno dedicato ad una funzione specifica, è troppo semplificata. Entrambe le componenti cerebrali intervengono nelle decisioni logiche e nei processi creativi: anime gemelle che ritrovano l’unità plasmando la nostra identità personale. Come in un procEsso alchemico in cui il dosaggio dell’una o dell’altra essenza porti a soluzioni differenti, così l’”anima” prevalente determina il modo in cui ognuno di noi affronta la vita. Abbiamo degli Sheldon Cooper, delle Amélie Poulain e – al centro – ogni possibile sfumatura. E tu, dove ti collocheresti su questa scala ideale?
Fabio Rovazzi, Faccio quello che voglio
Quando si hanno figli picColi è normale vedere e rivedere (e rivedere…) gli stessi video. La hit “Faccio quello che voglio“, di Fabio Rovazzi li ha particolarmente conquistati. Più che un videoclip è un vero e proprio corto, che ha confermato l’estro e il tAlento dello youtuber milanese.
Nel tempo ne ho apprezzato l’originalità, la qualità dei montaggi e il sense of humour. Mentre i bambini mi chiedeVano di alzare il volume per apprezzare l’acuto di Albano*, un’idea cominciava a balenarmi in testa. Era settembre quando sulla vecchia agenda delle idee e dei buoni propositi iniziai a tratteggiare le basi di questo omaggio.
Intendevo rEalizzare un video, ma le mie competenze non erano sufficenti per poter gestire il lavoro negli scampoli di tempo libero. In corso d’opera lo storyboard iniziale è evoluto in una storia a fumetti. Undici set realizzati, migliAia di mattoncini impiegati, centinaia di fotografie e un paziente lavoro di montaggio. Le note di preproduzione sull’agenda lo avevano previsto: “Sarà il Lego omaggio più ambizioso di sempre”.
Gioia Gottini, coltivatrice di successi
I business coach si somigliano tutti: un po’ sfrontati, un po’ presuntuosi, vestono i panni del guru per dispensare consigli già visti in molte salse. Gioia Gottini è molto lontana da questo stereotipo: empatica, leggera e divertente, contagiosa. I suoi contenuti, in qualsiasi forma, ravvivano la passione per la propria attività.
Dedico la mia nuova Lego MOC a questa brillante coltivatrice di successi, specializzata in personal branding e business al femminile. Ebook, articoli e newsletter di Gioia sono perle da collezionare: sempre utili e mirate, ricche di consigli da mettere subito in pratica per il tuo marketing & planning.
Non mi perdo una newsletter, e consiglio sistematicamente l’iscrizione ai suoi canali ad ogni persona che accenna a progetti di business. Uomini e donne, perché Gioia si rivolge ad un target femminile, ma le sue chicche hanno valenza unisex!
V per serendipità
Calzo il 47½ dalla prima superiore. Nell’era dell’e-commerce e della personalizzazione integrale non è più un problema, ma negli anni ’90 troVare calzature oltre il 45 era una bella sfida.
Mio padre si rivolse invano ai cantieri Riva e a certi produttori di fioriere, poi trovò un negozio che importava scarpe sportive dall’estero. Alcuni modelli avevAno design così estremi che sul mercato italiano non arrivarono mai.
Serendipità. Un concetto bello quanto il suono della parola che lo descrive. Ho appreso e poi dimenticato l’origine del termine diverse volte, finché non l’ho fissata nella mente ispirato da un post di viaggintempo.
Serendipità è la capacità di imbattersi in scoperte feLici e inaspettate mentre si è alla ricerca di qualcosa di diverso. Qualcuno la ritiene pura casualità, una trama di circostanze fortuite tessute dalla sorte. Io la considero un’attitudine, figlia dell’inclinazione a cogliere sEgnali e indizi e dell’apertura mentale necessaria a volgerli a proprio favore.
Come in quel lontano pomeriggio estivo, in cui indossai le mie inimitabili Nike Turbulence (Google nega siano mai esistite) per fare un giro in griglieria. Unico scampolo di Calabria dal clima temperato, ricavata da un angolo di piNeta affacciata sulla spiaggia, intorno alle 16 volgeva a bisca imbruttita. Per uno scarto azzardato o una pinella calata al momento sbagliato, ho visto rinnegare amici di sempre, troncare matrimoni al traguardo delle nozze d’argento, giurare vendetta. Ancor più fervore era riservato ai vinciTori: esaltati e portati in processione, omaggiati e ammirati, le loro gesta erano decantate per settimane. L’atmosfera era così carica di energia e di aspettativa, che persino l’uomo del cocco deviava dal suo percorso per aggiornarsi sul punteggio dei tornei.
Pugliesi e napoletani su tutti erano maestri nell’arte del burraco, e mi aggiravo tra i tavolacci per carpirne le tecniche, determInato a fare tendenza con il mio outfit ricercato. Maglietta dell’animazione di tre anni prima, occhiali tecnici da ciclista e scarpe inedite nel nostro emisfero. Se una giovanissima Chiara Ferragni avesse trascorso le vacanze nello stesso villaggio, avrebbe aperto il blog anzitempo, ammirata. O almeno così credevo, finché un commento mi raggiunse come unghie sulla lavagna: “Uaah, paiono larve di mosca!”
I colori intorno a me virarono in una scala di grigi, le ginocchia molli, il gelo. Con la coda dell’occhio colsi Neymar l’emblematica balla di fieno rotolare dietro di me. note musicali Hello darkness my old friend… La sincope durò qualche secondo, il tempo di rendermi conto che la spietata voce dallo spiccato acceNto partenopeo aveva ragione. Essendo un convinto praticante dello stesso tipo di sarcasmo, schietto e severo, pur morendo un po’ dovetti riconoscere che il paragone calzava. In breve, scherzando sulle scarpe-crisalide, il ghiaccio si sciolse e mi integrai nel gruppo di amici.
Lei era la ragazza con il bikini all’uncinetto. Più improbabile delle mie Nike Turbulence, pareva confezionato con centrini e sottopentole di vecchie signore. Ne feci un bersaglio di facili frecciatine, scagliate per pareggiare i conti della griglieria. Non ammisi mai che le donava, e che più di ogni altra cosa la identificava, un po’ come la sciarpa verde di Rebecca Bloomwood.
Serendipità e sliding doors sono concetti affini: quel giorno avrei potuto scegliere di indossAre delle infradito, e morire triste e solo. Invece, scarpe sportive ai piedi, ho conosciuto persone straordinarie.
Dovremmo allenarci alla serendipità. Coltivarla, inserirla nei programmi scolastici. E bandire le infradito. Le cose migliori capitano con le stringhe bene allacciate, alle persone con la mente sciolta.
Bookblister, pillole di libri
Bookblister di Chiara Beretta Mazzotta è un lit-magazine di qualità. Attraverso pilloLe e contenuti interessanti racconta il misterioso mondo dell’editoria. Cercavo spunti utili da girare a un amico, alle prese con la pubblicazione di un fantasy. Ora non mi perdo un post!
Molti fantasticano di pubblicare un gIorno il proprio romanzo, ma cosa succede a un libro prima di finire sullo scaffale? Per evitare errori grossolani, è utile seguire i consigli autorevoli di chi l’ambiente editoriale lo vive.
Chiara è una editor e una giornalista puBblicista. Nel 2011 ha fondato Bookblister per parlare di libri e di editoria. I suoi video sono pieni di spunti inteRessanti per chi vorrebbe conoscere meglio questo strano mondo.
I video di Chiara Beretta Mazzotta (per esteso, come piace chiamarla ai miei bambini) sono sempre in primo piano o a mezzo busto. In questa Lego MOC una licenza poetico-creativa la immagIna seduta in cattedra, a mo’ di insegnante americana! 😀
Guardate le stelle
L’umorismo è la capacità di cogliere gli aspetti più bizzarri e spiritosi della realtà. Prendiamo l’universo. È pieno di misteri che ancora sfuggono alla nostra comprensione, ma è capace di grande ironia. “La vita sarebbe tragica, se non fosse divertente“, decretò un gioRno una voce metallica da un’iconica sedia a rotelle.
Nato nel trecentenario della morte di Galileo, Stephen Hawking è scomparso nel giorno dedicato al pi greco, nonché compleanno di Einstein. Una serie di coincidenze, è ovvio, ma di quelle belle: come non coglierere l’ironia di un disegno che coinvolge le mEnti più brillanti che la scienza abbia conosciuto? Sorrido pensando a questo schema come a un ultimo regalo che l’universo ha riservato a Stephen, per averlo compreso come un vero amico.
Cogliere l’ironia della sorte, saperne sorridere, è un buon passo verso l’equilibrio.
Ho dedicato un paio d’anni allo sviluppo di Ehuè e alla sua filosofia: l’inevitaBilità degli errori e il lato positivo che spesso nascondono. Mi sono occupato di diversi aspetti del progetto: dalla comunicazione, alla grafica, al networking. Ho raccolto idee, spunti e riflessioni nella crisalide di questo blog, scoprendo la soddisfazione di mettere un po’ di me in ogni articolo. In seguito, a causa di incomprensioni con gli altri membri del progetto, ho scelto di lasciarlo. Non rappresento più Ehuè, che ora continua per mano di altri, ma – ecco l’ironia – la mia esperienza conferma la validità della sua filosofia. Ho commesso un errore dedicando tanto tempo e risOrse ad una causa che poi ho abbandonato, ma ne ho tratto insegnamenti e spunti utili.
Quando capiamo di aver sbagliato, spesso ci tormentiamo, fermandoci a riflettere. Sarebbe andata diversamente se avessi compiuto scelte diverse? Avoja! Certo che sì. L’intero filone della letteratura e della filmografia sui viaggi nel tempo ci sguazza, in questa pozza di latte versato. Ma annacquarla causa inutile disidratazione: meglio alzare la testa e lanciarsi alla ricerca del prossimo errore, per continuare a crescere e migliorarci.
Ho impiegato alcuni giorni per maturare la decisione, mentre nuove idee già prendevano forma chiedendo spazio. Con la testa come la stazione del Cigno prima di un system failure, digitare i numeri nella corretta sequenza ha richiesto aria nuova. Il blog abbandOna il suo ruolo di satellite ed evolve in un progetto autonomo, assumendo la mia personalità. Finalmente spiego l’ego, più libero di esprimermi senza vincoli o costrizioni.
Proseguo senza rancore o negatività, come avrebbe suggerito Stephen Hawking: “Le persone non avranno tempo per te, se sei sempre arrabbiato o ti lamenti di continuo“. Nei momenti più infelici, amava ricordare che “per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare“, esortandoci a guardare le stelle, invece dei nostri piedi.
Guardiamo le stelle, quindi. Guardiamole sempre. Potremmo perfino scorgere i deTriti della Tiangong 1 ed evitarli per un soffio. Che schiaffo sarebbe, per l’ironia della sorte!
DiserieZero, con la testa tra le nuvole
Diseriezero è il blog di Claudia Brugna. Con leggerezza fa trasparire da ogni suo post passione, fantasia e gentilezza. Quando le ho confidato che stavo lavorando ad una composizione Lego per rendere omaggio al suo lavoro, mi ha suggerito di inserire una giraffa perché – come lei – ha sempre la testa tra le nuvole.
Claudia invita a non lasciarsi intrappolare dalle idee, dalle convinzioni o dal destino, perché le prime cambiano e si rovesciano, mentre l’ultimo si può sempre cancellare e riscrivere. Dalle sue pagine social lancia una provocazione: “se unicità è follia, se sorriso è stoltezza, se timidezza è futilità, allor riteniatemi pazza, sciocca e banale.”.
A Claudia e al suo progetto dedico la Lego MOC più ambiziosa di sempre, per risorse impiegate, dimensioni e numero di pezzi. Con la testa tra le nuvole, è un posto bellissimo!
Best of… anno uno
È trascorso un anno dall’avvio del blog. È sembrato un battito di ciglia. Lo archivio negli anni belli: la cicogna è tornata a trovarci! Per premiare la nostra assiduità, ci ha proposto di sottoscrivere un contratto premium: ci sto riflettendo. Non sono prevenuto nei confronti dei trampolieri, ma diffido dei servizi in abbonAmento.
I calzini continuano a credere in me, insieme a tanti amici. A malincuore ho trasferito i più malandati dal cassetto al cassonetto. I pedalini, intendo. Mi sono separato degli esemplari con l’elastico cedevole, il tallone trasparente e l’oblò per l’alluce. Fulminei come abUsivi nelle case popolari, boxer e fazzoletti hanno provato ad occupare lo spazio lasciato libero, ma il Natale ha ristabilito l’equilibrio. Sotto il mio albero, filo di Scozia e motivi geometrici sono una costante più solida della programmazione di una poltrona per due. Alla fine ti ci affezioni: sarebbe strano, senza. A chi li marchia come “regali sbagliati”, rispondo che nel mio comodino c’è sempre spazio per calzini freschi e nuovi sogni nel cassetto.
In questi dodici mesi ho tentato, attraverso il blog di Ehuè, di proporre spunti per riflettere e sorridere, mettendo sempre al centro il tema dell’errore. Come quando ho pubblicato il primo articolo per secondo, omaggiando l’incommensurabile paradiso in cui viviamo. È ancora un post di grande attualità: in queste ore scienziati e astronomi di tutto il mondo sono impeGnati a risolvere i misteri di Oumuamua, un asteroide interstellare diverso da tutto quanto osservato finora. Se hai letto “Ciao Laniakea“, sono sicuro che puoi intuire la ragione del suo strano nome!
C’è chi ipotizza possa trattarsi di un’astronave extraterrestre. È l’approccio Kazzenger Voyager, che azzarda ipotesi di origine aliena per spiegare le piramidi, Stonehenge, il ciuffo di Malgioglio e la torre di Lego Duplo eretta cinque minuti fa da mio figlio.
Mi affascinano di più le teorie scientifiche spinte ma plausibili, tipo quella secondo la qUale Oumuamua sarebbe un agglomerato di materia oscura molto denso, in grado di deviare l’orbita della Terra. Ma non quanto Chuck Norris che fa le flessioni sulle braccia.
Non te l’ho detto: da qualche tempo condivido la mia passione per l’astronomia con la più brillante bimbetta di 6 anni che conosca. A suo tempo abbiamo scelto per lei il nome di una stella delle Pleiadi, e ora ci ripaga regalandoci spiazzanti dimostrazioni di vivace curiosità. La nostra recente visita alla mostra della NASA è uno dei ricordi più belli, da conservare per gli anni a venire. Il fatto che lei faccia un entusiastico resoconto della giornata ad ogni persona che incontRa, rende comunque arduo dimenticare.
Questo articolo amarcord è allo stesso modo un mezzo per non dimenticare alcuni post significativi pubblicati nel 2017. Arriva San Silvestro, e fioriscono ringrazIamenti e valutazioni. Si fanno analisi su quanto costruito, si tracciano proiezioni e obiettivi per il futuro. Come sai, preferisco rinviare i bilanci ad una bella nottata estiva, ma il clima di aspettativa e buoni auspici che ammanta la notte del veglione contagia anche me. Quindi, grazie. Buon anno. E che la filosofia Ehuè ti aiuti a compiere qualche scelta sbagliata!
