Figlio di Apollo

Apollo undici composto da mattoncini lego sulla luna.

Il 20 luglio 1969 il lander della navicella spaziale Apollo si posò sulla superficie lunare. Neil Armstrong e Buzz Aldrin effettuArono la prima passeggiata su un corpo celeste, ad oggi l’unico raggiunto dall’uomo.

Quest’anno ricorre il 50° anniversario di quella che ritengo essere una delle imprese più incredibili della storia: da appassionato di astronomia lo celebro con questa Lego MOC che ritrae il LEM del programma Apollo. Non è una trasPosizione fedele: le geometrie della navetta furono rese molto complesse dagli infiniti vincoli cui gli ingegneri dovettero attenersi.

Neil A. (al contrario si legge alien, il che amplifica il mio coefficiente di euforia) commentò in dirEtta televisiva per il pubblico mondiale: “Un piccolo passo per un uomo, un salto da gigante per l’umanità”.
Fu davvero così. Non tanto per quell’impronta di stivale marcata nella regolite, quanto per l’incredibile sforzo tecnico e scientifico compiuto per realizzare l’obiettivo del tutto inverosimile fissato da John F. Kennedy solo 8 anni prima.

Ho smontato e rimontato decine centinaia di volte le gambe della navetta, alla ricerca di una configurazione vagamente somigLiante a quella originale. Prima di optare per la soluzione con fiocina, telescopio e paletta da vigile, ho avuto tempo di riflettere sul senso di questa grande impresa.
Ci sono molti validi consigli per raggiungere un obiettivo: occorre forza di volontà, è utile scomporre problemi complessi in passaggi più semplici, si deve sbagliare per apprendere dagli errori e via dicendo. Ma a fare la differenza è il momento in cui prendiamo un impegno con noi stessi e con gli altri, stabiliamo che cosa fare e fissiamo una scadenza per riuscirci. Questa presa di coscienza moltipLica le nostre possibilità di riuscita e trasforma un’idea evanescente in un intento concreto.

Secondo le traduzioni di alcuni autori minori, l’eroe troiano di cui porto il nome sarebbe stato il figlio di Apollo. Mi sembra una coincidenza sufficiente per spronarmi a cogliere l’insegnamento del programma spaziale intitolato a papà!
Se all’inizio di questa avventura avevo solo un vago desiderio di riscontro, oggi rilancio con un obiettivo più ambizioso. Sono bravo con i mattoncini ed è la maniera più divertente e coinvolgente che ho trovato per spiEgare ali ed ego.

A un anno da oggi avrò avviato il mio personale, piccolo, shop on-line per proporre al web le mie creazioni handmade più riuscite. L’ho detto. Vado a rimboccarmi le maniche.

Ciao Laniakea!

incommensurabile paradiso

Forse ho commesso il mio primo errore da blogger. Dacché mondo world wide web è mondo, il primo articolo di ogni progetto editoriale si intitola “Hello World!”. È benaugurante, brioso, e reca con sé un messaggio di positività e speranza. Toglie l’autore dall’imbArazzo di inventarsi un titolo più accattivante e rompe il ghiaccio con collaudata efficacia.
Ho deciso di rimediare omaggiando la tradizione, ma puntando più in alto. E lo faccio proprio con il naso all’insù.

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